Nel villaggio multimediale della nostra era, incontriamo il vicentino Danilo Preto, classe 1950, esperto di Marketing e creativo, laureato in Scienze politiche, oggi si può identifica come una figura poliedrica,camaleontica e accattivante, che grazie alle sue qualità di comunicatore trova una nuova strada da seguire ed inseguire: l’Arte. A raccontare come nasce la sua passione per l’arte contemporanea è proprio lui che in una piacevole conversazione ci rilascia una bella intervista pronta ad affascinare il lettore che ama il bello.
La sua esperienza manageriale durata anni come lo ha avvicinato al mondo degli artisti?
È una storia che parte da lontano. Diciamo che io ho avvicinato il mondo degli artisti al mondo dell'imprenditoria. Ad esempio ho utilizzato una splendida acquarellista veronese per illustrare le promozioni che si svolgevano all’interno del mondo del retail. In questo modo era chiaro che tutto diventava distinguibile.
Come nasce la passione per l’arte contemporanea?
Nasce dalla mia prima attività professionale. Ospitando le più grandi gallerie in spazi espositivi fieristici, ho avuto modo di confrontarmi con le trame più significative di questo mondo. Da qui è partita anche una fase mecenatistica che ha contribuito a fornire una nuova visione pragmatica dell'arte
Ci parli di un suo progetto che lo ha coinvolto personalmente nell’organizzazione di un evento culturale e artistico? Se mi posso permettere, ne vorrei citare due. “Nuova frontiera dell’arte?” dedicato alla videoarte realizzato in Villa Farsetti a Santa Maria di Sala (presentato da Lucia Majer) quando l'Italia stava scoprendo questa nuova frontiera. La seconda è “FORMA” (forum delle manifestazioni artistiche) presentato dal critico Umberto Daniele e dedicato alla scultura con tre edizioni.
Ci racconti il suo primo momento creativo?
Come si intuisce, non ho mai abbandonato il contatto con il mondo dell'arte. Curioso di natura, interessato alle nuove espressioni, e desideroso di sondare nuovi orizzonti, ora provo a “lanciare/suggerire” un Manifesto...
Ci parli del suo Manifesto dedicato alla creatività, quali sono i punti principali? È un po' complesso da spiegare ma provo a riassumere. Il nostro mondo è assolutamente liquido. Non c'è (quasi) nulla che ci consenta di stabilire delle basi certe, durature. Senza dimenticarci di provare a vivere il bello della vita, ci rendiamo anche conto di quanto sia effimero il nostro vivere. Meglio allora conservare un ricordo, una traccia. Tanto la memoria non riusciamo mai a cancellarla completamente. Nascono così delle “opere per sottrazione esistenziale” che danno origine ad un nuovo mondo in cui tentiamo di scavallare, anche se parzialmente, il nostro passato. Sempre presente in icona, ma sempre con la speranza di scrivere un nuovo capitolo della nostra vita. Senza dimenticare da dove veniamo. Tanto comunque, come detto, la memoria riemerge sempre.
INTERVISTA DI BRUNETTI CARMELITA
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