La serie "Liberiamo i Pampìni" identifica una sequenza di messaggi, attraverso
le opere, che gli adulti vogliono proporre ai più deboli ed indifesi esseri umani
sulla faccia della terra: i bambini. I bambini assorbono e non avendo ancora
piena capacità critica, inglobano e fanno propri i messaggi (spesso tutti). Gli
adulti dal canto loro risolvono il problema dell'educazione affidandosi a
stereotipi spesso di derivazione industriale legati al cibo, alla bellezza, al
successo. Come espresso nel "manifesto Preda", l'ipotesi di una nuova guida,
indica il recupero della trattazione di elementi formalmente non più attuali
riposizionandoli alla luce delle odierne necessità mantenendone però il
valore concettuale ante litteram. Le tanto copiate, odiate, imitate
"sorpresine", ad esempio, frutto delle fantasie di creativi ( e dei loro datori di
lavoro) a caccia di abbinamenti con potenziali vendite del prodotto di cui
erano veicolatori e non come sarebbe stato giusto invece, cioè promotori di
qualità, salvaguardia della natura, rispetto delle menti inconsapevoli e fragili
dei bambini senza rincorrere le poche, se non nulle, volontà di chi ne ha
potestà culturale ed educativa che cede al facile ricatto del "così mi lascia in
pace". Ma una parte fisica va mantenuta. E' Una storia tutta da studiare e
riscrivere. Per ricordare e ripartire.
Dopo un passaggio nel mulino, le "sorpresine" diventano così. E poi subiscono la loro sorte...
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